Una mattina mi son svegliato - Dal 01/06/2022 al 08/06/2022

F'ART spazio per le arti visive è lieto di presentare l'evento
 "Una mattina mi son avegliato" Installazione dedicata al conflitto russso - ucraino
Vernissage mercoledì 1 giungo 2022 ore 18:00.
Via Francesco Di Paola 13 L'Aquila.
Aperta dal 1/06/2022 al 08/06/2022
Ingresso Gratuito


Testo Critico di Giuseppina Vecchioli:

Spesso si dice che nei tempi andati la guerra era guerra di eserciti, con l’invenzione di armi sempre più sofisticate, la guerra è diventata guerra di popoli.
Nulla di più falso. La guerra, da sempre, è guerra di popoli. Persino quando Caino uccise Abele, tutta l’umanità ne fu coinvolta. Erano solo i loro genitori? Erano tutti.
Picasso mette in evidenza tutto questo, utilizzando la tecnica cubista, l’unica, a suo parere, benché lontana nel tempo dallo stile da lui inventato, a rappresentare la “vera realtà” della guerra: la prospettiva è luogo, è vita, il colore è vita, tolta la prospettiva e il colore, resta solo la morte.
La guerra protegge solo sé stessa.
La guerra non ha vincitori, nel suo autoalimentarsi travolge tutto e tutti. Ignari del perché e del come, esseri indifesi, dall’una e dall’altra parte, vagano verso mete indefinite, estranee e sconosciute. L’ignoto fa paura e ci si aggrappa al conosciuto: poche cose messe in fretta in un trolley, una foto, un cuscino.
“Ci riposeremo.”
Occhi stanchi cercano sonni e sogni impossibili, diventano incubi che si materializzano negli urli di un cavallo ferito, di una mamma che offre al mondo il figlio morto, simbolo di tutte le guerre.
Anche la pietas, così evocativa di sentimenti umani, china il capo all’ empietà dei dominatori nascosti nell’ombra.
La fila di una umanità indistinta, vaga in cerca di un’altra ombra, quella che potrebbe salvare almeno una qualche intimità, in un rifugio improvvisato o costruito pensando ad una prossima guerra. Ma non è più il tempo delle ombre, del privato. Potenti bagliori illuminano la notte: flash di grandi cineprese riconducono lo smarrimento nel turbinio globale della notizia, che è guerra essa stessa.
Come in Guernica la luce della lampada non illumina nulla, le schegge di luce sono armi esse stesse, così gli scatti fotografici di insensate carneficine, amplificano il dolore.
Il dolore appartiene all’umanità intera, ma sono le donne a doverlo esorcizzare, accollandoselo tutto, poggiando il capo su un cuscino, abbracciando l’incubo nella speranza, spesso vana, che non possa più sfuggire.






 

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